Nomina CDA società pubbliche

da | 8/05/2014 | Atti parlamentari, Interventi alla Camera, Novità | 0 commenti

Qui il video del mio intervento

Perché parlare ancora di Società partecipate? I riflettori si sono spenti sull’argomento, non fa più notizia, sarà che per noi del M5S non è importante essere l’oggetto dello scoop, come più volte ci è stato imputato, non conta avere le prime pagine, bearci di una foto o di un servizio televisivo non è il nostro obiettivo. Questa è la priorità di Renzi e della sua perenne campagna elettorale, fatta subordinando gli interessi dei cittadini italiani al proprio tornaconto personale.

A oggi, per noi del M5S, più che mai a bocce non ancora ferme, è necessario insistere sulla necessità di addivenire a un impianto normativo che fornisca regole certe sulle nomine nelle partecipate, ponendo finalmente un limite giuridico, all’arbitrarietà, nell’affidamento di incarichi così importanti per l’interesse della collettività. Paletti che devono essere fissati per questo Governo quanto per quelli che verranno. Governi al più presto possibile legittimati dal popolo sovrano, ci auspichiamo.

La scelleratezza nell’esercizio di pratiche di spartizione a opera di Renzi non può non destare in noi un senso di sdegno, di forte preoccupazione per il futuro di queste che costituiscono di fatto l’impalcatura economica del nostro Paese. Si allungano le mani su un patrimonio, di cui nessuno e dico nessuno può disporre come se fosse proprio, perché frutto dei sacrifici e dell’impegno profuso da tutta la comunità nazionale in quasi un secolo…. Il nostro sconcerto, non si esaurirà in uno sterile piagnisteo, ma sarà tradotto in una battaglia politica che continua attraverso la nostra mozione..

Ancora più energica, ancora di più, perché i cittadini italiani, che sono gli azionisti meno tutelati nelle partecipate, non vengano truffati, soggiogati da un sistema di potere asservito al renzismo, che ci racconta che tutto è nuovo e bello, che adesso alla presidenza abbiamo le donne, che i condannati sono andati via, che non c’è stata lottizzazione.

Dunque siamo qui vigili a informare questo Parlamento e tutti quei cittadini rabboniti e confusi da una campagna di informazione menzognera e faziosa, e dire che il PD e i suoi mass media mirano a rafforzare l’illusione di un cambiamento, di una direzione nuova, che abita solo nel marketing persuasivo alla Vanna Marchi di Renzi .Il cambio di direzione non esiste, si nutre di parole che confondono i cittadini più distratti, perpetra nel frattempo le stesse modalità di accaparramento di poltrone del passato. In questo frangente: merito, talento, capacità, vengono subordinate, al desiderio di favorire la cricca di amici e finanziatori, al compiacimento di quei poteri forti che si annidano come un cancro all’interno delle istituzioni e che solo noi riusciremo a stanare e sradicare.Ammettetelo, non siete stati in grado di esprimere, con coraggio, una nuova generazione di manager pubblici, sganciati dal sistema, uomini e donne che segnassero una reale svolta!.. Da scegliere tra un esercito di eccellenze che andranno a dare lustro ad altri paesi, in altre aziende, ma non in l’Italia. Aspettavamo una nuova generazione che ci facesse dimenticare i boiardi di stato, diventati nababbi a nostre spese. Uomini e donne in grado di traghettare questa nave in avaria verso l’Europa.. Invece chi avete nominato ? Marcegaglia, Todini, Dassù, De Gennaro, Mancuso, Rao.. Che novità..

A ogni cambio di potere, abbiamo assistito a una nuova lottizzazione finalizzata ad usare lo Stato e le aziende di cui noi cittadini siamo azionisti, per finalità personali. Una volta per rimpinguare le tasche dei soliti noti con stipendi milionari, una volta per compiacere gli alleati, un’ altra per sdebitarsi nei verso un sostenitore. Adesso made in BING Bang, in MPS, O nella Cassa di risparmio di Firenze, in futuro?

Questo è il senso della mozione, farsi propulsore di un opera di vera rivoluzione nelle nomine perché questo scandalo non abbia più a ripetersi. Soprattutto dopo avere assistito all’ennesima occupazione di posti di potere a opera della “Banda del giglio”, diciamo che dobbiamo ai cittadini italiani, dico lo dobbiamo, dare regole, criteri,limiti che condizionino le scelte senza vie di fuga. Il nostro cambio di direzione non è l’ennesima carnevalata del pinocchietto di Firenze.

Per noi non è sufficiente a testimonianza del stra-annunciato cambio made in Renzolandia, avere nominato un trio al femminile Marcegaglia-Todini-Grieco, permettetemi alla faccia dello scossone!!!! Non ci basta che Renzi abbia esibito come un trofeo la testa di Scaroni, perchè essa era stata già segata dalla ghigliottina giudiziaria con la condanna per il disastro ambientale alla Centrale Enel di Porto Tolle, condannato a tre anni di reclusione di cinque anni dai pubblici uffici, Scaroni, però garantisce la sua discendenza con il suo pupillo Descalzi. Non ci basta che vada via Conti, se la nomina dopo è quella del capo di Enel Green Power Francesco Starace, viene suggerito a Renzi dall’amico Marco Carrai. Caro Renzi queste sono le tue parole: <<Ho cambiato un gruppo dirigente che governava le rispettive aziende da almeno un decennio. Ho lasciato i partiti fuori dalla porta, e non ho fatto scelte di parte».

Ma allora cosa ci dici del consiglio di amministrazione di Poste? Perché c’è l’ex braccio destro di Casini Roberto Rao? Perché nella lista di Eni c’è il capo del fondo Equinox Salvatore Mancuso? Perché nel consiglio di Finmeccanica ci sarà il capo degli avvocati italiani Guido Alpa e l’ex viceministro degli Esteri Marta Dassù?, Quest’ultima in barba alla Legge Frattini!. Cosa ci dici poi di Luigi Zingales nel consiglio di amministrazione dell’Eni?… Cosa ancora dell’uomo di televisione Antonio Campo dall’Orto per Poste?…. Hai delle risposte?..

Si cerca di disorientare i cittadini parlando di tagli e tetti che Renzi sa benissimo potranno essere imposti solo ai presidenti delle partecipate, permettetemi l’inciso, non ci saranno tetti agli stipendi dei vertici aziendali delle partecipate quotate in borsa, sarà l’assemblea dei soci a decidere sui compensi dei manager.Renzi questo non lo dice, perché non c’è la volontà politica di farlo è perché lo impediscono alcune delle misure che la Commissione europea ha approvato il 9 aprile per disciplinare e rafforzare la struttura manageriale delle 10 mila società quotate sui mercati Ue.

Renzi non vuole e non può , perché egli stesso è schiavo dei suoi stessi nominati, presidenti, AD e dei CDA. Gli stipendi milionari degli amministratori delegati delle società pubbliche quotate in Borsa, se saranno ridotti, lo saranno su una parte irrisoria. Chiacchiere dunque, Matteo Renzi ha puntato a ridimensionare gli assegni dei presidenti, che sono meno e contano ben poco, dato il ruolo di pura rappresentanza, di fatto è priva di poteri operativi. Per tutti i nuovi incaricati di Eni, Enel, Finmeccanica e Poste il Tesoro proporrà, ribadiamo proporrà, all’assemblea delle società che il compenso annuo dei nuovi presidenti sia fissato nella cifra di 238 mila euro annui lordi, una cifra pari all’assegno previsto per il presidente della Repubblica. Una miseria vero? In Paesi come Germania, Francia e Gran Bretagna, i manager statali guadagnano fino a 4 volte meno dei nostri con risultati molto migliori.Dove è dunque la sobrietà annunciata? Dove le best practise?…Qualche numero per chiarirci le idee: Moretti, passando dalle Fs a Finmeccanica guadagnerà all’incirca la stessa cifra: 873 mila euro, inoltre il suo predecessore riceveva 1,6 milioni per quella di ad e poi su altri 1,4 milioni di euro di bonus legati ai risultati. Sarmi l’ultimo stipendio era arrivato a quota 1,56 milioni (con 919mila euro di parte fissa). Scaroni che sino a ieri spettava il compenso più scandaloso: 6,4 milioni nel 2012, , ovvero 1,423 milioni di parte fissa più 4,95 di stipendio variabile. Dunque li strapaghiamo possiamo avere dei criteri chiari sulle loro caratteristiche, sull’incompatibilità, su età, sul numero di mandati, sull’eventuale conflitto di interessi?

La girandola delle nomine non si è ancora conclusa, il percorso intrapreso dalla approvazione della mozione Tommaselli ed altri 1-00060, avvenuta il 19 giugno 2013 con la emanazione della direttiva ministeriale 14654 effettuata il successivo 24 giugno, risulta largamente insufficiente. I nomi sopraddetti, confermano i nostri dubbi, divenuti adesso certezze, ci dicono che questo è stato l’ennesimo buco nell’acqua. La direttiva, si limita infatti a ricordare che i requisiti per accedere e mantenere le cariche societarie sono previsti dalla legge, dagli statuti sociali e dalle direttive ministeriali vigenti. Introduce perciò, in modo vago, direi inutile, una serie di ipotesi aggiuntive, riguardanti l’onorabilità, l’insussistenza di condizioni ostative, la professionalità…. I nuovi requisiti di onorabilità sono specificati nell’allegato alla direttiva, non sono di diretta applicazione!, sono obbligatori solo perché inseriti negli statuti societari… Ci rendiamo conto?.. Per quanto riguarda il conflitti di interesse, anche in riferimento ad eventuali cariche in società concorrenti, in ordine ai requisiti, appaiono generiche e palesano di fatto una considerazione poco attenta della complessità della situazione. La prescrizione della direttiva risulta dunque inutile perché non comprende un elemento essenziale: la tipizzazione delle situazioni di conflitto di interessi nuove, non già contemplate dalle leggi o dagli statuti perciò, lascia tutto sospeso tra il lecito e l’illecito, è questo lascia spazio all’arbitrarietà e a quella gestione scandalosa che Renzi ha attuato.

Il tema è di importanza tale da richiedere che questo Governo prenda seriamente, diciamo seriamente, un nuovo impegno, come già da noi richiesto, cioè: adotti una norma di rango primario volta a prevedere, che le proposte governative di nomina de membri dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali delle società a partecipazione pubblica totale o di controllo secondo i seguenti criteri e modalità in aggiunta alla Direttiva del Ministero Economia del 24 giugno, siano sottoposte al previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, a rappresentanza del popolo sovrano. Al fine di verificare: la professionalità, onorabilità ed indipendenza. Dichiarare ineleggibile coloro, non per i quali sia già emessa condanna!, ma abbiano un procedimento giudiziario in corso. Chi ricopre incarichi di tale rilevanza non può avere complicazioni giudiziarie pendenti!.. Stop allo stallo sulla poltrona limite dei due mandati consecutivi, a garanzia di un ricambio che freni l’imbalsamazione dei soliti nomi. Non avere superato il limite di età di 66 anni!! basta con questa gerontocrazia che blocca l’ingresso di nuove leve. Non siano stati rieletti nel Parlamento, nel Parlamento europeo, nel Consiglio di una regione o di enti locali con popolazione superiore a 15.000 abitanti o ricoperto incarichi governativi da almeno cinque anni;

Vogliamo porre l’accento sull’importanza dell’ultimo capoverso ripeto! non avere ricoperto incarichi governativi da almeno cinque anni!. Questo precostituirà un filtro, che impedirà la vergognosa ritualità di utilizzare le cariche nelle partecipate come “parcheggio” per i trombati o come ricompensa ailobbisti sostenitori del governo di turno.

Questa mozione rappresenta un autentico cambio di direzione!, la nostra volontà è quella di imprimere una svolta rivoluzionaria nei fatti, perché dopo lo scandalo del banchetto partitocratico ci si diriga in una unica strada quella della trasparenza, in cui l’unico criterio non sia quello della tessera, del compromesso, ma della professionalità.Questa la nostra rivoluzione, in altri paesi europei si chiama normalità.. Pretendiamo degli organici nelle partecipate, che cambino volto ai pezzi più preziosi della nostra economia, vogliamo che siano scelte le eccellenze, manager liberi dal condizionamento politico, che mirino solo alla completa riuscita della loro missione.. Ancora più preziosa e onorevole, perché eseguita per dare vigore e prospettiva a una comunità nazionale soffocata.. Con questa mozione vogliamo una ventata di novità, una rivoluzione moralizzatrice nelle nomine a tutela più ampia degli interessi dei nostri datori di lavoro: voteremo a favore, a favore cittadini… del loro imprescindibile diritto ad essere rappresentati in tutte le istituzioni e aziende dagli uomini migliori del nostro Paese…

fonte : www.andreavallascas.it

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