“La rivoluzione ecologica nel trasporto ferroviario” – Expo Ferroviaria 2021

da | 6/10/2021 | Articoli, Atti parlamentari, mobilità | 0 commenti

Va

La rivoluzione ecologica nel trasporto ferroviario” Expo Ferroviaria 2021


La Sardegna è interessante perché è un’isola e questo, in qualche misura, può fare sì che diventi un “laboratorio” nel quale sperimentare le tecnologie, valutando soprattutto le criticità e, in particolare modo, le questioni legate alla produzione e allo stoccaggio dell’idrogeno;
Abbiamo la necessità di trovare un’alternativa al gasolio, che sia a impatto zero ma abbiamo anche alla necessità di abbattere le emissioni di CO2 nel sistema dei trasporti: in Sardegna, a fronte di una riduzione in tutti i settori, si rileva un continuo aumento delle emissioni legate al macrosettore dei trasporti (nel 2018, +53% rispetto al 1990, con un aumento annuo del 2.0% negli ultimi 8 anni).

Finanziamento MIMS
In questo senso, La Sardegna ha già destato l’interesse del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, che ha destinato all’Isola la quota più consistente dei finanziamenti destinati a tre progetti che prevedono l’introduzione dell’idrogeno per decarbonizzare delle ferrovie;
140 milioni che sono destinati al Collegamento ferroviario “Alghero centro ‐ Alghero aeroporto” (7 chilometri) con la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno e l’introduzione di 5 treni a idrogeno sulla linea Sassari-Alghero-Aeroporto”;

Inadeguatezza delle rete e vetustà del materiale rotabile
Infine, la Sardegna può rappresentare, sicuramente, “il” laboratorio più interessante proprio per la necessità di superare i ritardi nello sviluppo dei trasporti su rotaia che, oggi, in una fase di transizione energetica, rappresentano un limite che dobbiamo necessariamente, e in parte obbligatoriamente, superare;

Oggi, il contesto regionale si caratterizza per l’inadeguatezza della rete (in buona parte a scartamento ridotto), per la vetustà del materiale rotabile e, anche, per i ritardi nella programmazione e pianificazione in materia di trasporti;

• Il Piano regionale dei trasporti attualmente in vigore è stato approvato nel 1993, poi aggiornato sino al 2008: praticamente sono passati quasi trent’anni che, per il settore dell’energia e dei trasporti, rappresentano una vera e propria “era geologica”;

La rete ferroviaria della Sardegna è mista: si estende per 1035 chilometri e, come ho detto prima, solo 430 sono a scartamento ordinario, e sono gestiti da RFI, mentre gli altri 600 sono a scartamento ridotto;

Questa rete è gestita dall’Arst, l’azienda regionale di trasporti che ha anche la gestione del trasporto regionale su gomma e delle due metropolitane di superficie di Cagliari e Sassari;

• Come detto, la rete non è elettrificata, e solo per 50 chilometri (da Cagliari a San Gavino) è presente il doppio binario;
• Il resto della Sardegna è coperto dai 600 chilometri della rete secondaria, in particolare ci sono 5 tratte attive di trasporto pubblico, per un totale di poco più di 200 chilometri, che svolgo un servizio capillare;
• I restanti 400 chilometri costituiscono le reti turistiche attive prevalentemente d’estate, e su richiesta: si tratta di collegamenti che oggi stanno conoscendo una fase interessante di rilancio e promozione, anche a seguito della legge 128 del 2017, istitutiva delle ferrovie turistiche;

Mentre, il materiale rotabile, come ho detto prima si caratterizza per la particolare vetustà;

• A parte l’acquisto di 8 treni pendolanti, tra il 2009 e il 2014 (che tra l’altro sono entrati in servizio con molto ritardo per l’inadeguatezza della rete), e e 8 treni “Minuetto”, entrati in servizio tra il 2006-2008, il resto del materiale rotabile è abbastanza datato;
• Più vetusto il parco delle ferrovie secondarie che annovera vetture entrate in servizio alla fine degli anni ‘50 e di motrici entrate in servizio nel 1997;
• Tra l’altro, la rete secondaria, come ho detto prima, svolge un servizio capillare in territori dove l’elettrificazione non sarebbe conveniente sotto il profilo costi/benefici dell’infrastruttura;

Gli utenti del servizio e mercato potenziale
In una regione a bassa densità e soprattutto con una distribuzione non omogenea della popolazione (con una forte concentrazione nelle aree metropolitane), c’è la necessità di spostarsi per raggiungere il luogo di lavoro, la scuola, i centri direzionali, i luoghi di cura;
In Sardegna il pendolarismo si caratterizza per il ricorso al trasporto pubblico locale: treno, tram, bus, pullman e corriere;

Secondo il centro ricerche CRENOS, dell’Università di Cagliari, tra il 2010 e il 2019 la percentuale di pendolari che hanno utilizzato i mezzi pubblici è cresciuta, fino a raggiungere il suo punto massimo nel 2017 con il 18,2 per cento (stiamo parlando della popolazione formata dagli occupati con più di 15 anni e dagli studenti fino a 34 anni che sono usciti di casa per recarsi al lavoro, università, scuola); per la prima volta le percentuali della Sardegna sono risultate superiori a quelle del Mezzogiorno (che si attestato al 14,3 per cento) e appena al di sotto di quelle registrate nel Centro-Nord (il 20 per cento);

L’uso del trasporto ferroviario
Per queste ragioni la percentuale di popolazione che usa il treno continua ad essere bassa: nel 2019 si è attestata attorno al 14,1 per cento, a fronte di una percentuale del 24,3 per cento del Mezzogiorno e del 44,6 per cento del Centro-Nord;

Questo quadro mostra ampie opportunità di sviluppo di una rete ferroviaria a idrogeno in considerazione:
• della necessità di individuare una fonte o un vettore di energia a zero emissioni, in grado di affrontare la decarbonizzazione in una regione priva di rete ferroviaria elettrificata;
• necessità di abbattere le emissioni di CO2 del macro-settore trasporti e in particolare del trasporto su strada che incide per oltre il 90 per cento, spostando il traffico su rotaia, anche realizzando interventi per migliorare la rete e la qualità del servizio;
• avviare un processo di rinnovo del sistema dei trasporti puntando sull’intermodalità, oggi, parzialmente incompiuta, con porti e aeroporti, e garantendo una maggiore interconnessione tra i diversi sistemi di trasporto extraurbano come quello su gomma.

Le priorità da affrontare nei prossimi anni per lo sviluppo del settore (delle ferrovie a idrogeno)?

Ci troviamo di fronte a una serie di sfide da affrontare anche con urgenza:
• In primo luogo, ci sono da affrontare gli aspetti legati alla produzione e allo stoccaggio dell’idrogeno, tenendo conto che il nostro Paese ha scelto di percorrere la strada dell’idrogeno verde, quindi da fonti rinnovabili. A questo proposito, c’è da dire che in Italia si registra uno sviluppo delle rinnovabili discontinuo e troppo lento rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione;
• In secondo luogo, dobbiamo sviluppare progetti pilota per valutare criticità e opportunità soprattutto in un’ottica di maggiore interconnessione di tutto il macro-settore Trasporti. Oggi non è più pensabile lavorare per compartimenti stagni, ma bisogna avere una visione d’insieme che integri i diversi sistemi, anche per sfruttare meglio i punti di forza di ciascuno, sia in termini di qualità del servizio sia in termini di contenimento dei consumi;
• Il terzo aspetto è legato alla necessità di avviare un processo di recupero occupazionale nell’ambito di un più ampio processo di sviluppo professionale. Bisogna essere capaci di Governare la transizione è questo lo possiamo fare, non solo formando nuovi tecnici, ma riconvertendo e valorizzando le vecchie professionalità. Le nuove tecnologie, se ben gestite in termini di investimenti e di organizzazione, possono e debbono partecipare a quel processo di cambiamento industriale-produttivo in corso, soprattutto in aree dove la deindustrializzazione rischia di lasciare dietro di sé molte vittime.

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati

Il treno piace di più rispetto all’aereo sul corto raggio: l’analisi di Hitachi Rail

A livello globale ben il 64% delle persone sarebbe favorevole all’abolizione dei voli a corto raggio in presenza di una valida alternativa come un treno ad alta velocità. Hitachi Rail – player globale nel settore ferroviario e della smart mobility, presente in Italia con 6 siti e oltre 4 mila dipendenti – ha presentato l’edizione…

Ecco perché le auto elettriche non abbatteranno le emissioni del trasporto su strada

Le auto elettriche non basteranno a raggiungere la carbon neutrality al 2050. Perché? Il paper “L’industria automobilistica: quando la fornitura regolamentata non soddisfa la domanda. Il caso dell’Italia” Serviranno circa 30 anni per sostituire l’intero parco veicoli italiano con vetture elettrificate. È possibile raggiungere la neutralità carbonica del trasporto su strada con la “semplice” sostituzione…

Elettrico, perché sarà un 2024 nero per le case tedesche?

Perché il 2024 sarà un anno nero per le case automobilistiche tedesche? C’entra l’elettrico… Nuvole nere si addensano sul futuro delle case automobilistiche tedesche. Negli ultimi dieci anni le vendite di automobili elettriche sono aumentate, ma non è abbastanza per compiere la transizione verso la mobilità elettrica. Infatti, oggi solo una vettura ogni 50 che…

A Modena firmato il protocollo d’intesa, la Hydrogen Valley si farà

L’accordo, siglato da Snam e Gruppo Hera, farà della città emiliana una delle capitali europee dell’idrogeno rinnovabile. Tra i principali beneficiari, il settore della mobilità, il trasporto pubblico locale e le industrie Al via l’Hydrogen Valley modenese, tra i primi e più rilevanti progetti di sviluppo dell’idrogeno rinnovabile per favorire la transizione energetica in Italia.…

Archivi