Siamo arrivati in Europa ripartiamo da qui

da | 31/05/2014 | Articoli, Novità | 0 commenti

Siamo entrati nel parlamento europeo, questo a fronte di un flusso elettorale passato dal 75% delle politiche al 58% dell’ultima tornata. Il dato va analizzato attentamente, le europee non vengono percepite nello stesso modo delle elezioni politiche sarà infatti il forte distacco che “subiscono” i parlamentari europei dai media nazionali ma tant’è che i nostri rappresentanti spariscono agli occhi degli italiani tanto da far nascere la disaffezione al voto europeo che risulta ormai da più tornate elettorali in caduta libera. Nonostante questo non possiamo però nasconderci, molti dei voti persi dal nostro movimento, sono smarriti nell’area grigia dell’astensione, non sono andati ad arricchire il bottino PD (come confermato dall’analisi dei flussi elettorali eseguita dall’Istituto Cattaneo). La flessione è stata ingigantita sopratutto delle aspettative gonfiate dai sondaggisti, dai giornalisti a seguito che hanno tuonato per giorni sul presunto allarme democratico alle porte e dal solito andamento allarmistico pre elettorale dei mercati finanziari; l’imminente sorpasso veniva fatto associare al peggiore dei mali. Il risultato numerico dello Tsunami del febbraio 2013, non è però stravolto, si assesta, come è normale, quando da movimento si diventa forza politica istituzionalizzata. Questo risultato non deve stupirci, dopo un anno di opposizione in Parlamento (in un Paese che non sa nemmeno cosa sia opposizione) a fronte di un sistema di comunicazione totalmente ostile, che ha teso a farci apparire, come dei ragazzini interessati più a salire sui tetti anziché fare politica. Siamo nonostante tutto il primo movimento del paese, la seconda forza politica, e 17 cittadini cinquestelle si apprestano a varcare la soglia del parlamento europeo. Un risultato storico per un movimento giovanissimo, nato appena quattro anni fa, totalmente privo degli strumenti di “potere” di cui ha ampiamente beneficiato il PD, come giornali, televisioni, fondi forniti dal finanziamento pubblico e privato. Il M5S da piccola fregata del 2013 è diventata nel 2014 una corazzata, una corazzata da abbattere a tutti i costi e con tutte le armi a disposizione. Questo lo si è visto soprattutto nell’ultimo mese dove tutte le forze politiche hanno concentrato gli attacchi al movimento. Il risultato elettorale è il frutto di quella azione mediatica che ci voleva abbattere e che puntava su quella parte di elettorato italiano restio ai cambiamenti radicali. Permane infatti nello spirito italiano, una forte dose di conservatorismo unita a una tendenza di fronte a veri cambi di direzione a nascondersi all’ombra della balena bianca. La democrazia cristiana 2.0 di Renzi, sembra rassicurare un popolo che è uscito dal berlusconismo come dato elettorale, senza averne mai superato l’influenza culturale. Vent’anni di dominio targato FI-Mediaset, hanno prodotto negli elettori la tendenza all’infatuazione fatale, a innamoramenti rapidi e fulminanti verso una semplicità di linguaggio e una politica fatto di segni illusori più che fatti concreti, vedi gli ottanta euro in busta paga. Ci sarà un tempo in cui tutti apriranno gli occhi sulla realtà. Gli italiani inconsapevolmente ricadono nella trappola del libro dei sogni del 1994. Cambia il volto, è più giovane, cambia di poco l’oratoria intrisa di marketing persuasivo, non cambia la vuotezza di progettualità politica, permane il “metodo” del milione di posti di lavoro, vi ricorderete di certo l’artefice. Mi preoccupa e amareggia quest’ingenuità di fondo, che spinge gli italiani verso l’uomo magico di turno, segno che la strada verso la responsabilità individuale e l’impegno personale per l’evoluzione della società a cui si appartiene è ancora lunga. Alla creazione di questo mito del Matteo Magico, hanno partecipato tutte le televisioni, i giornali, le radio, Renzi ha invaso il palinsesto televisivo, ha scippato e scopiazzato l’impianto ideale del Movimento e le sue battaglie, imbastendo un grillismo di “facciata”, senza abbracciarne il senso etico e portarlo nel concreto. Era “l’onnipresente” a tutte le ore, a ripetere come un abile venditore: << Io sono la speranza, io vi salverò, loro sono il male, la rabbia, la distruzione, l’inconcludenza, loro sono quelli del no>>.. Una truppa di giornalisti e intellettuali compiacenti, hanno fatto da spalla e sono riusciti a distorcere l’immagine del nostro movimento, facendolo passare come una minaccia all’ordine democratico; anche una battuta dal palco è diventato un atto d’accusa, hanno ingigantito la “grande menzogna” fino a farla divenire nella mente di molti elettori una verità. Tra gli over 60 il nostro movimento non raggiunge gran consenso, siamo una creatura giovane,  che attrae coloro più predisposti al cambiamento, il prezzo che abbiamo pagato alle urne è di avere parlato prevalentemente all’innovazione, ai giovani, più che alla parte più conservatrice del paese. Quello che si è dimostrato un limite nel breve periodo, sarà però la nostra forza in futuro. Abbiamo conquistato i nipoti, i figli, adesso è il momento, il tempo, di conquistare i padri, i nonni, senza gli artifici propagandistici e illusori modello Berlusconi-Renzi, ma con la nostra attività, che deve ripartire con slancio dal più piccolo comune in cui siede adesso un nostro consigliere, al parlamento europeo dove ci apprestiamo a continuare la nostra rivoluzione.

fonte: www.andreavallascas.it

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