L’alta finanza d’oltralpe sempre più aggressiva nel “business” dell’accoglienza dei migranti

da | 22/10/2020 | Atti parlamentari | 0 commenti

L’alta finanza d’oltralpe sempre più impegnata nella gestione del sistema d’accoglienza dei migranti: dopo aver trasformato la solidarietà in business, si sta progressivamente espandendo verso paesi e regioni del Mediterraneo, tra cui la Sardegna, alla ricerca di mercati più redditizi e con modalità aggressive, attraverso forti ribassi d’asta, servizi scadenti e scarso rispetto per la sicurezza pubblica e per i diritti umani».

È quanto afferma il deputato del Movimento 5 stelle, Andrea Vallascas, in un’interrogazione al ministro dell’Interno in merito alle attività del gruppo ORS (una holding di Zurigo di proprietà del fondo di private equity Equistone Partners di Londra) operativo nel settore dell’accoglienza e assistenza dei migranti, che da gennaio scorso, attraverso una controllata italiana e praticando forti ribassi d’asta, sta acquisendo la gestione di importanti centri di accoglienza e assistenza, tra cui Macomer e Monastir in Sardegna.

«Il gruppo – spiega Vallascas – opera da anni in Svizzera, Austria e Germania, paesi nei quali, tra il 2017 e il 2018, ha subito una forte contrazione del fatturato, circostanza che, secondo alcuni autorevoli osservatori internazionali, sarebbe da imputare al drastico calo delle domande di asilo che si sarebbero ridotte di due terzi nel giro di tre anni».

«Da ciò – prosegue – sembra essere nata la necessità di mettere in campo una strategia di espansione verso altre regioni d’Europa per ampliare il business. Una strategia pianificata a partire dal 2018 e pubblicamente annunciata dai vertici che si erano dichiarati “pronti per applicare anche nelle nazioni dell’Europa meridionale il know-how accumulato negli ultimi due decenni”».

«Peccato – precisa Vallascas – che nel know-how accumulato dal gruppo abbiano omesso di descrivere anche le condizioni disumane dei rifugiati del centro di Traiskirchen, in Austria, nel 2015. Secondo la denuncia di Amnesty International, il campo era progettato per una capienza di 1.800 persone, ma era arrivato a ospitarne 4.600. Oltre 1.500 erano costretti a dormire all’aperto».

«Una modalità di gestione – aggiunge – che non sembra sia diversa da quella praticata nei centri gestiti in Italia, dove il gruppo si è accaparrato alcune importanti strutture praticando forti ribassi d’asta. In Sardegna, il centro di Monastir, come riferiscono le cronache, è diventato un lager, dove non passa giorno senza una guerriglia annunciata. Polizia e carabinieri in perenne tenuta antisommossa con gravi rischi per le popolazioni locali, per le forze di polizia e per gli stessi migranti»;

«Al ministro – conclude Vallascas – chiediamo che faccia chiarezza su quanto sta accadendo in Italia e in Sardegna nella gestione del sistema di accoglienza per evitare che nel settore organismi privati possano liberamente lucrare a discapito della qualità dei servizi e delle norme. E a questo proposito chiediamo di attivarsi anche con delle ispezioni per verificare le modalità di assegnazione dell’appalto di alcuni centri tra cui quello di Monastir.

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