Interrogazione su Sardegna 1 emittente locale

da | 11/02/2014 | Atti parlamentari, Interrogazioni, Novità | 0 commenti

Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
il quadro generale dell’informazione regionale in Sardegna permane in uno stato di sostanziale monopolio determinato dall’egemone presenza del gruppo editoriale Unione Sarda spa proprietaria, oltre che del quotidiano regionale a stampa L’Unione Sarda anche dell’emittente televisiva regionale Videolina e dell’emittente radiofonica regionale Radiolina;
in assenza di vere e proprie alternative alla stampa regionale, considerato il limitato impatto zonale rappresentato dall’unico quotidiano a stampa alternativo La Nuova Sardegna facente capo al gruppo editoriale L’Espresso Spa, l’ultimo baluardo possibile a difesa del pluralismo dell’informazione isolana che possieda un certo rilievo in termini di ascolti è rappresentato dall’emittente televisiva regionale Sardegna 1;
in questi mesi le condizioni di difficoltà economica e gestionale dell’emittente Sardegna 1, che si protraggono ormai da troppo tempo, hanno portato alla sostanziale paralisi dell’attività editoriale;
i passaggi che hanno anticipato questa situazione sono rappresentati dal tentativo della proprietà di attuare una serie di licenziamenti poi rientrati attraverso il ricorso ai contratti di solidarietà risalenti a oltre due anni fa, fino alla loro definitiva conferma il giorno 4 del mese di febbraio del corrente anno con la comunicazione di licenziamento collettivo di 13 dipendenti su 26;
tale blocco è stato attuato successivamente alla cessione delle quote di proprietà dell’emittente in quanto società editoriale e in qualità di detentrice delle concessioni pubbliche per l’emittenza radiotelevisiva, a un gruppo di investitori i quali in un fantomatico piano di rilancio avrebbero dovuto riportare l’azienda a un livello minimo di sostenibilità economica;
la proprietà dell’emittente ha più volte manifestato un atteggiamento di chiusura nei confronti dei lavoratori che è sfociata nella decisione della direzione editoriale di diffondere l’informazione anche in presenza di una totale adesione allo sciopero dei giornalisti della testata, contravvenendo alle più elementari norme di corretta gestione delle relazioni sindacali;
tale cessione, ad avviso dell’interrogante di facciata, ha esentato la proprietà cedente da ogni pendenza nei confronti dei lavoratori che oggi si trovano a non sapere più a chi chiedere conto della loro situazione;
a detta della nuova proprietà le difficoltà economiche discendono da alcuni crediti che la pubblica amministrazione non ha mai soddisfatto e per la precisione; a) residui a saldo dei fondi 2011 ex legge n. 488; 2) crediti mai riscossi dall’emittente nei confronti del Ministero, andati in perenzione per i quali ci sarebbe la possibilità di recupero in ragione del recente provvedimento del Governo sul pagamento alle aziende dei debiti della pubblica amministrazione, in questo caso per oltre 250.000 euro; 3) crediti che l’azienda vanta per il 2011 e il 2012 come contributi INPS per l’attuazione del contratto di solidarietà; 4) mancato contributo per il 2012, relativi ai fondi previsti dalla legge n. 448, che ammontano a circa 600-700.000 euro, per un vizio formale riguardante i dovuti pagamenti dei contributi previdenziali, subordinati alla esibizione del DURC all’atto della presentazione; vizio che il Corecom, applicando una recente e sconosciuta sentenza del Consiglio di Stato, ha rilevato, impedendo che all’emittente venisse attribuito il punteggio relativo al personale per il 2012, comportando così l’esclusione della stessa dal finanziamento per il quale l’azienda ha peraltro già versato i contributi necessari –:

se la nuova compagine sociale di cui alla premessa sia stata adeguatamente autorizzata al subentro nella concessione di Sardegna TV srl, così come dovrebbe essere a norma dell’Allegato I della delibera n. 78 del 1o dicembre 1998 relativa al «Regolamento per il rilascio delle concessioni per la radiodiffusione televisiva privata su frequenze terrestri», in termini di: a) requisiti penali dei singoli componenti della società subentrante; b) requisiti penali e patrimoniali della società subentrante; c) regolarità negli adempimenti fiscali; d) organico minimo destinato alla operatività editoriale; e) percentuale di partecipazione alle quote societarie dei componenti della compagine sociale; f) quota di capitale interamente versato; g) partecipazioni societarie esterne ammesse;
se il Ministero sia a conoscenza della documentazione che attesti che tali controlli siano stati effettuati;
se il Ministero interrogato sia in grado di fornire a ragguagli in tal senso ed eventualmente quando;
se il Ministero sia interessato a intervenire per sbloccare le numerose situazioni su cui l’azienda vanta dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione.

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